Protesi ginocchio
In Italia vengono eseguiti all’incirca 70.000 impianti di protesi al ginocchio all’anno, e grazie ai continui e progressivi miglioramenti nei materiali chirurgici e nelle tecniche operatorie, il livello di efficacia è notevolmente aumentato, rendendolo un intervento sicuro.
Il ginocchio è la più grande articolazione del corpo, la parte anatomica che ne sopporta il peso e che gioca un ruolo fondamentale nella stabilità del corpo e nel compiere movimento. E’ il punto di congiunzione tra tre ossa: la parte inferiore del femore, la parte superiore della tibia e la rotula. La cartilagine, rivestendo le superfici articolari, ha una funzione antiattrito che favorisce il movimento. I menischi, collocati tra femore e tibia, fungono da ammortizzatori. I quattro legamenti crociati hanno la funzione di assicurare la stabilità, mentre il liquido sinoviale quella di mantenere lubrificata l’articolazione.
L’artrosi del ginocchio, comunemente chiamata gonartrosi, comporta un processo di usura dello strato di cartilagine che ricopre l’estremità inferiore del femore e la parte superiore della tibia, mettendo in contatto diretto le due superfici ossee. L’usura della cartilagine comporta una diminuzione nella sua funzione antiattrito tra le superfici. Questo comporta la comparsa di dolore al ginocchio (gonalgia), a volte accompagnato da gonfiore e infiammazione.
Colpisce solitamente dopo i 50 anni, e può essere conseguenza di familiarità, traumi e/o fratture, o patologie infantili. A seconda delle condizioni del paziente, della gravità e del progredire della patologia, lo specialista ortopedico deciderà quale sia la terapia più adeguata.
QUANDO E’ INDICATO L’INTERVENTO ?
Prima di pensare all’intervento come possibile soluzione, è fondamentale effettuare una visita specialistica, durante la quale l’ortopedico valuterà la storia medica del paziente, gli esami diagnostici ed effettuerà un attento ed accurato esame obiettivo.
La patologia che più frequentemente può portare a doversi sottoporre ad un intervento di protesi al ginocchio è la gonartrosi (artrosi del ginocchio). Esistono diversi tipi di artrosi, ma quelle che più comunemente sono causa del dolore al ginocchio sono:
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Artrosi cronica senile
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Artrite reumatoide
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Osteonecrosi
I sintomi che compaiono con la patologia possono essere dolore, gonfiore, rigidità e scarsa funzionalità del ginocchio. Potrebbe, inoltre, evidenziarsi una deviazione progressiva dell’asse della gamba, che si manifesta in uno stato avanzato dell’artrosi.
Prima di prendere in considerazione l'impianto di una protesi, quando il danno a carico dell’articolazione è di lieve entità, si ricorre a diverse opzioni terapeutiche conservative, che mirano a rallentare il decorso della malattia, controllare i sintomi e migliorare la mobilità. Si può ricorrere a terapia farmacologica, fisioterapia e medicina rigenerativa.
Quando la gonartrosi si aggrava, e il paziente non risponde più alle terapie conservative, allora l’opzione chirurgica può rappresentare la soluzione definitiva.
Non esistono limiti di età per l’esecuzione dell’intervento.
L’INTERVENTO
L’intervento di impianto di artroprotesi del ginocchio è da considerasi come una procedura di rivestimento. Si sostituisce la superficie ossea usurata con una nuovo rivestimento artificiale, realizzato con materiale biocompatibile, per ripristinare la funzionalità e l’allineamento del ginocchio.
A seconda del danno articolare del paziente si può scegliere tra due tipologie di protesi:
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Protesi monocompartimentale
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Protesi totale
La protesi mono-compartimentale (o protesi parziale) prevede la sostituzione di una sola porzione ossea del ginocchio, quella tra tibia e femore (mediale o laterale). Permette di ridurre i danni tissutali, le perdite ematiche intraoperatorie, e rende più rapida la riabilitazione. Per queste ragioni può essere definita una tecnica chirurgica mini-invasiva.
Quando il danno si estende ad almeno due dei tre compartimenti del ginocchio, allora è necessario optare per la protesi totale. L’intera articolazione è sostituita con componenti metalliche, generalmente fissate alle ossa con un particolare cemento. Tra le parti metalliche si inserisce un inserto in materiale plastico, che ha la stessa funzione antiattrito della cartilagine.
La rotula sarà sostituita o rimodellata a seconda del danno e dell’entità dell’usura.
L’intervento ha una durata media tra i 60 e i 90 minuti.
POST-INTERVENTO
La degenza media nel reparto di ortopedia e’ di 2/3 giorni, poi il paziente può iniziare la riabilitazione.
Il paziente può iniziare a camminare a partire dal terzo giorno dopo l’intervento, con l’ausilio delle stampelle.
La riabilitazione e’ sempre personalizzata, e la sua durata dipende dalle condizioni generali e dall’eta’ del paziente. Può durare circa 4 settimane.
Solitamente, dopo un mese circa, il paziente abbandona le stampelle e riprende una vita normale, con variabilità individuale.
Meglio evitare traumatismi diretti importanti e forti sollecitazioni come salti, torsioni importanti e sovraccarichi. Se il paziente è giovane sarebbe meglio evitare pratica di sport di contatto.